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lunedì 12 giugno 2017

Escursioni non per tutti 10 - La Rossa ed anello dei valloni di Piandemma

Premessa

- " Se riesco vorrei ancora andare a fare un giro dalle parti della Colla! Fine maggio - inizio giugno è il periodo ideale per questi giri! L'anno scorso ero salito al Monte Croass dalle Vernè e poi ero sceso da Piandemma ed era uno spettacolo! "
- "Dai organizziamo, volevo proprio andare lì" 
- "Sarebbe bello partire addirittura dalla Fucina!"
Alla fine siamo riusciti ad organizzare la gita e così, in un'assolata mattinata di giugno, ci siamo ritrovati nel piazzale ex- Casermette a Locana io , Barbara ed Eleonora. L'idea era quella di raggiungere la Rossa lungo la dorsale che  sale dall'alpe Colla per poi fare un anello andando a toccare i valloni del Crot e di Leitosa, cioè i valloni di Piandemma : una bella gita all'invers di Locana!
Naturalmente l'idea di partire dalla Fucina lungo la mulattiera che sale per l'Apiatour la scartiamo immediatamente, dando priorità alla parte alta del percorso, e così ci rechiamo in auto fino a Piandemma.

Il  Muliner, magnifica oasi prativa ...

Da Piandemma alla Croce Faggio

Dal piazzale posto in fondo alla strada asfaltata , dove lasciamo l'auto, imbocchiamo la strada sterrata che porta alla magnifica oasi prativa del  Muliner , senza ombra di dubbio uno dei posti più belli di Locana,   che sarebbe la sede ideale per un agriturismo e dove Barbara ha una baita. 
ma anche eccellente punto panoramico !
Giunti quasi al fondo dei prati, sulla destra sale il sentiero che in breve porta alla Croce Faggio la cui costruzione , come riportato sul sito istituzionale del comune di Locana, che citiamo per esteso " risale agli ultimi anni della guerra 1940-45, per opera di un gruppo di volontari Locanini capeggiati dall’Arciprete Don Giacomo Macario; da allora tempo e sacerdote permettendo, verso il 20 di Agosto viene celebrata la Santa Messa ai piedi della Croce, a ricordo dei caduti in montagna, con discreta partecipazione di pubblico" .
Sul luogo dove venne eretta la croce  " sorgeva solitario un grandissimo faggio ultrasecolare, che da quella posizione, era di riferimento a tutta la Valle di Locana; poi nell’estate del 1942, una tempesta di acqua, grandine e vento sradicò ed abbatté il simbolo tanto amato dalla popolazione, di qui scaturì l’idea della costruzione di una grande croce, denominata appunto La Croce del Faggio o meglio “La Crus ‘dl Fò”.
La Crus dal Fo, sulla dorsale prativa  ormai ampiamente colonizzata da alberi ed arbusti
Non è così  lontano il giorno in cui il bosco "inghiottirà" la Crus 'dl Fo...
Cartina in 3d - scorri verso destra per visualizzazione completa. elaborazione su Igm 1:25.000 ( fonte: Portale Cartografico Nazionale ) 


Dalla Croce Faggio all'alpe Colla

Dalla Croce Faggio il sentiero prosegue in leggera salita verso destra, addentrandosi nel vallone di Blina  , solcato dall'omonimo rio e tributario del torrente Rimolerio, nel quale confluisce nei pressi della borgata  Molera
Lasciati in basso a destra i ruderi ed i pianori di un alpeggio , tosto raggiungiamo i ruderi di un'altro, posto a quota 1577 metri e non nominato sulle carte. La denominazione di questi alpeggi sulle carte mi ha sempre lasciato dei dubbi, che Barbara dissolve: il grande pianoro in basso è Pialamberto, mentre i ruderi a quota 1577 m vengono chiamati Casette. Eh si, perchè Barbara è dei Montigli e suo nonno, ci dice, da ragazzo veniva garzone in questi alpeggi!
I pianori di Pialamberto ( al centro della foto ) ; in primo piano fioritura di botton d'oro ( Trollius europaeus ).
I ruderi di Casette ; sullo sfondo da sx Rocca Maunero e Monte Tovo ( foto d'archivio ) 
Dalle Casette il sentiero prosegue, sempre dentro il vallone di Blina, fino a sbucare sulla panoramica sella ove è posta l'alpe Colla 1890 m, da cui si gode un magnifico panorama a 360° sulle montagne circostanti , in particolare sul gruppo del Gran Paradiso e sulle testate dei valloni di Piantonetto, Valsoera ed Eugio, e che spazia fino alla Quinzeina.
Panorama dall'alpe Colla con l'indicazione delle principali vette ( scorrere verso destra per visualizzazione completa) .
All'alpe Colla, splendido esempio di architettura rurale alpina, è anche presente una spettacolare ed enorme vasca in pietra per l'abbeverata del bestiame.
Uno dei rustici della Colla con la grande vasca
Dal punto di vista geolitologico qui ci troviamo nella "striscia" calcarea della zona Sesia - Lanzo, che attraversa la Valle Orco proprio all'interno del territorio comunale di Locana, caratterizzata dalla presenza di pietre verdi e calcescisti .
Calcescisti all'alpe Colla...al centro il Gran Paradiso
Mentre stiamo rimirando ben bene il panorama, ci arriva la gradita telefonata di Luciano Bertoldo, amministratore del comune di Locana che ormai da ben 3 mandati si occupa con grande passione di turismo e sport, ma soprattutto gran conoscitore dell'invers di Locana ( anche lui ha una casa ai Montigli ) , che avrebbe voluto essere con noi ma per un disguido all'ultimo ha dovuto rinunciare. Lo salutiamo in coro e gli promettiamo che faremo tante belle fotografie (  si spera ) e che prima o poi riusciremo a combinare insieme...
Riprendiamo quindi il cammino e, superata l'alpe Colla superiore, ci spostiamo a sx sul versante vallone del   Crot, non senza aver prima dato uno sguardo d'insieme a questo magnifico complesso di rustici.
Alpe Colla ed alpe Colla superiore.

Dall'alpe Colla alla Rossa

Sul versante vallone del Crot, per tracce di passaggio ed in leggera salita, raggiungiamo l'alpe Cialmere, quindi ci dirigiamo sulla panoramica dorsale  che da questo punto in poi seguiremo fedelmente fino alla cresta spartiacque Orco - Lanzo, toccando prima la q. 2163 m e quindi raggiungendo la cresta alla puntina q. 2290 m
Lo spettacolo delle fioriture di Anemone narcissiflora, genziane , viole e primule , incastonate sul verde intenso dell'erba primaverile, cui fanno da sfondo  l'azzurro del cielo e l'elegante profilo delle montagne ( che oggi sembrano ancor più maestose,   date le condizioni di particolare nitidezza dell'atmosfera) è qualcosa di mozzafiato: benchè sia possibile descriverlo a parole, è difficile trasmetterne ad altri le profonde e personali emozioni che in ciascuno di noi tre ha generato
Le fioriture di Anemone Narcissiflora ( siamo sempre su calcescisti ... ) 
Viole, bianche e viola, genziane, l'azzurro del cielo...

Sullo sfondo è sempre ben visibile alle nostre spalle il gruppo del monte Rosa , ma quello che più ci preme sapere è se la Rossa sia l'elevazione finale della dorsale su cui stiamo salendo o quella  che vediamo appena a destra ( cosa che non è da subito chiaramente visibile  - nessuno di noi infatti è ancora mai stato alla Rossa) . Un rapido consulto della cartina Escursionista e Monti ci conferma che una volta raggiunta la cresta Orco-Lanzo non avremo ancora raggiunto la nostra meta.
Il gruppo del Rosa
L'ampia dorsale prevalentemente erbosa è davvero facile e procediamo con passo spedito...
Una dorsale davvero facile... ( a sx versante Trucchetta, a dx versante Crot ) 
Molto interessante anche il panorama sull'adiacente parte alta del vallone di Trucchetta, i cui alpeggi davvero sono a pochi passi sotto di noi e sembrano piccole isole immerse in un mare di "drose" ( ontano verde, Alnus viridis ).
Il confronto tra i due versanti è fonte di numerose riflessioni naturalistiche ed agronomiche : in primo luogo l'importanza dell'esposizione nel determinare la vegetazione  presente: drose nel versante Trucchetta, esposto a nord-ovest, "ulinna" ( Festuca gr. varia) nel versante Crot, esposto a sud-est ; in secondo luogo lo stato di maggior abbandono in cui versa il vallone di Trucchetta ( di cui il "mare di drose" è la conseguenza più diretta ) rispetto a quello del Crot, dove in estate è presente una numerosa mandria di bovine "all'abbandono" ( vitelli,  manzette, manze ed asciutte ). Anche su questo versante comunque si osserva, specialmente nelle zone più marginali, l'aumento di specie arbustive ( in particolare mirtilli e rododendri )  e la predominanza dell'ulinna, specie molto fibrosa e poco o per nulla appetita dagli animali al pascolo.
Uno sguardo sul vallone di Trucchetta

Raggiunta la cresta sulla puntina q. 2290  , ci fermiamo a pranzare ( perchè si è fatta l'ora ) e ragioniamo sul da farsi: innanzi tutto la Rossa è lì a due passi  e, cosa importante per il nostro viaggio di ritorno, sarà possibile scendere dal colle di Perascritta. Dal luogo di sosta si gode anche di un'ottima visuale sula testata dei valloni del rio Bianetto e della Paglia, nonchè sulla cresta di confine Lanzo - Francia, dall'Uja di Ciamarella fino alle Levanne con il colle Perduto.
La Rossa è lì a due passi... e che spettacolo le cime delle valli di Lanzo!!!

Panorama:  da sx Uja di Ciamarella , punta Marsè, monte Bellavarda ( con davanti l'Uja di Pratofiorito), spartiacque Lanzo\Francia, Levanna Orientale, colle Perduto, Levannetta e Levanne centrale ed occidentale.
Consumato il pranzo lasciamo gli zaini e raggiungiamo in quattro salti la vicina sommità de La Rossa 2313 m , ed anche da qui il panorama non è niente male :
Vista su Lago di Monastero ed alpe di Coassolo 

Zoom da cellulare su Marsè, Bellavarda e Uja di Prafiorito 

Vista sul massiccio del Gran Paradiso 

La prova che siamo arrivati in cima...
Tornati sui nostri passi e recuperati gli zaini sulla puntina quota 2290 m ( sono preciso oggi eh ? Il fatto è che sto usando il gps che mi ha regalato Blin! ) , cominciamo la seconda parte della nostra avventura odierna: la discesa !

Il colle di Perascritta ed il Gias Milone

Il colle di Perascritta 2154 m , così chiamato perchè caratterizzato dalla presenza di un affioramento roccioso ricco di incisioni, è un valico utilizzato dall'uomo da  tempo immemore ed importante via di comunicazione tra Locana e le valli di Lanzo. 
Dal colle per  traccia di sentiero ( non sempre visibilissima ) raggiungiamo la vasta conca umida retrostante le alpi Milone , che oggi si presenta ornata di una splendida fioritura gialla di Caltha palustris... 
Fioritura di Caltha palustris 
Anche le costruzioni che compongono l'alpe Milone non possono che lasciare a bocca aperta, per la raffinatezza e la precisione con cui sono realizzate, che non ha eguali nel territorio del comune di Locana. Qui sono stati all'opera maestri muratori d'eccezione e la cosa è evidente dal perfetto taglio delle lose dei tetti, dalla perfetta squadratura delle pietre murarie e da alcuni accorgimenti tecnici funzionali all'attività zootecnica di montagna. I proprietari di questo fondo erano senza dubbio persone con buone possibilità economiche: un peccato vedere oggi questi magnifici edifici completamente abbandonati: stalle, "cavanna", crottini, locali per la caseificazione, tutto realizzato a regola d'arte ed ancora in buono stato di conservazione. 
Il gias Milone 
La "cavanna", cioè l'abitazione in uso ai margari è ermeticamente chiusa da ogni lato ( cosa ben fatta a giudizio di chi scrive , visto che anche noi volevamo "ficcare il naso" in casa d'altri , ed in giro continuano ad esserci escursionisti "malintenzionati" ).  Come avranno fatto ad uscire ?  
Come giustamente ci fa notare  Barbara, ci sarà probabilmente una losa del tetto che funge da botola
Particolare dell'orditura in legno del tetto della stalla

Il canale di scolo ( perfettamente realizzato in materiale lapideo )  dei liquami della stalla verso il "buser" ( letamaio ) 

La bocchetta di Leitosa e le Alpi Leitosa 

Dal Gias Milone scendiamo lungo il vallone del Crot lungo la traccia di sentiero ( ora segnata con bolli  rossi, ma non sempre così evidente e continua), fino ad una quota di 1800 m circa ove, in corrispondenza di un pianoro, parte il sentiero che conduce alla bocchetta di Leitosa , che mette in comunicazione il vallone del Crot con quello adiacente di Leitosa.  
Vista sul vallone del Crot dalla bocchetta di Leitosa ( foto d'archivio ) 
Il  breve versante che in questo punto ci separa dalla bocchetta di Leitosa è caratterizzato dalla presenza di numerose felci, ontani verdi, sorbo degli uccellatori e da una certa ripidezza. Le felci,  per fortuna, non si sono ancora pienamente sviluppate, coprendo completamente il pendio, ed io dalla bocchetta di Leitosa ci sono già passato due volte ( una volta anche in piena estate, letteralmente "nuotando" nelle felci ), seppur in senso inverso. 
Arrivo alle alpi Leitosa
Nonostante queste favorevoli premesse , non c'è però verso di individuare bene la traccia che sale alla bocchetta e così, verificata preliminarmente la correttezza della nostra posizione tramite gps e cartina, mi affido all'esperienza e scelgo il punto di salita che appare più pulito dalla vegetazione  e , soprattutto, in grado di condurci in cresta senza incontrare altri ostacoli, tipo salti, pareti di roccia etc. 
Effettivamente una traccia la rinvengo, ed inizialmente sembra buona, molto buona , ma poi si rivela per quel che è: una pista di cinghiali. Ad ogni modo per essere una pista di cinghiali è abbastanza comoda e la si può percorrere quasi tutta in posizione eretta e quindi non c'è da lamentarsi...

Vista d'insieme sulle alpi Leitosa

Arrivati in cresta ci accorgiamo subito che è frequentata dalle vacche e dunque, se ci passano loro, possiamo farcela anche noi: e così, seguendo le loro tracce con un breve traverso in piano verso la testata del vallone di Leitosa,  raggiungiamo la vera bocchetta ( da cui effettivamente vediamo partire una traccia in discesa verso il vallone del Crot ) dalla quale, sempre per traccia poco visibile raggiungiamo la splendida zona pascoliva delle alpi Leitosa. 
Alpi Leitosa
Anche qui le singole unità ( stalle, cavanne etc etc ) sono di notevoli dimensioni e realizzate con notevole perizia, a dimostrazione dell'importanza economica  che dovevano avere questi alpeggi ( pare che il toponimo "Leitosa" derivi da "lattoso", cioè che dà tanto latte ! ) , oggi utilizzati soltanto più da capi "all'abbandono" ( e quindi niente latte ) .
Appena sopra di noi si vede il tetto in lamiera dell'alpe Pian Marmotte, posta in un'amena conca sotto punta dell'Aggia. 
L'amena conca dell'Alpe Pian Marmotte ( vista da punta dell'Aggia) - foto d'archivio 

Ritorno a Piandemma

Il tratto del vallone di Leitosa tra le alpi Leitosa e l'alpe Gaschi è un altro di quei punti "delicati" dal punto di vista sentieristico, cioè uno di quei punti nei quali è facile smarrire la traccia, sia in salita che in discesa. Scendendo verso Piandemma si raggiungono dei ruderi posti ad una quota di circa 1600 m , più o meno in corrispondenza dei quali il sentiero svolta a sinistra ad attraversare un piccolo rio per continuare la discesa all'interno di un bosco di larici. 
I due ruderi dove il sentiero svolta ( foto d'archivio ) 

Prudentemente infatti io scelgo di scendere tutto a sinistra lungo i pascoli   per non perdere la deviazione: ma vuoi una certa stanchezza, vuoi la vegetazione molto rigogliosa , lì per lì  non mi ricordo del riferimento dei ruderi ( che pure raggiungiamo ma oggi, a differenza della foto che vedete sopra,  si presentano "semisepolti" nella vegetazione ), nè oso svoltare a sinistra nonostante gps e cartina mi confermino di essere nel punto giusto. Non essendo dunque riuscito ad individuare la deviazione, costringo le mie due compagne d'avventura ad un'adrenalinica discesa diretta nella giungla  per andare sul sicuro ( siccome da lì sono già passato ), al termine della quale arriviamo nei pressi dell'alpe Gaschi.
Alpe Gaschi  ( foto d'archivio ) 
Dall'alpe Gaschi, ora nuovamente su comodo sentiero, scendiamo rapidamente a raggiungere dapprima il bivio vallone di Leitosa \vallone del Crot  per poi attraversare il rio del Crot sulla passerella in legno posta nei pressi dell'alpe Carel.
Passerella in legno nei pressi dell'alpe Carel

Alpe Carel ( foto d'archivio) 

Superate l'alpe Carel , la lapide di Perucca ed un ultimo alpeggio....
La lapide di Perucca ( foto d'archivio ) 

Ultimo alpeggio prima di Piandemma ( foto d'archivio ) 

arriviamo infine a Piandemma a sera ( sono circa le 19,30) , soddisfatti del bel giro ad anello, assolutamente non banale, che abbiamo portato a termine. Una bella esperienza da ripetere, magari l'anno prossimo ( memori dei due piccoli sbagli odierni ) partendo da Fucina o, perchè no, direttamente dal piazzale ex-Casermette, per realizzare un bell'anello integrale!
E' sera a Piandemma

Galleria floristica

La giornata è stata eccezionale anche dal punto di vista delle osservazioni floristiche, documentate nelle foto che seguiranno.
Polygonum alpinum
Majanthemum bifolium
Corthusa mattioli 
Saxifraga oppositifolia
Saxifraga retusa
Primula latifolia
Clematis alpina

Clematis alpina
Pulsatilla alpina
Fioritura di Anemone narcissiflora
Meum athamanticum o finocchio montano
E' questo è tutto gente! Arrivederci ed a presto con le Storie!

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